19 maggio 2013: Festa dei Popoli in Piazza S. Agostino a Reggio Calabria

News del 06/05/2013 Torna all'elenco delle news

La Festa dei Popoli si terrà anche quest'anno in piazza S. Agostino domenica 19 maggio: dalle ore 14.30 fino al calare del sole, e forse oltre il tramonto, si alternano “musiche, canti, danze, colori, folklore” e testimonianze varie dei cinque continenti.

Torna anche quest’anno in primavera, come una esplosione di vita, la Festa dei Popoli. Già, popoli al plurale, perché anche qui a Reggio la varietà di lingue, di etnie, di culture, di colori dona alla nostra città un carattere cosmopolita nel senso forte, anzi letterale del termine: una città che si riconosce cosmo, un cosmo in miniatura che grazie all’immigrazione ha fatto ingresso in casa nostra.
A volere e a predisporre la festa sono le missionarie e missionari scalabrianini, con i loro collaboratori che con le due famiglie scalabriniane condividono il carisma del servizio ai migranti.
Veramente si era pensato di sospendere per quest’anno la festa, data la crisi economica in atto che non consente di spendere un soldo per queste pur legittime e nobili iniziative, tanto più che al Centro di ascolto “G. B. Scalabrini”, trasferitosi dallo scorso anno presso la Parrocchia S. Agostino, confluiscono immigrati alle prese con i problemi più acuti di sopravvivenza.


La festa  è occasione per confrontarsi con quanti condividono la medesima esperienza migratoria, e non mancano fra costoro, anzi sono molti, coloro che, pur fra tante prove, ce l’hanno fatta; e questo dà anche a chi è ancora in alto mare una carica di fiducia, un supplemento di coraggio per sfidare il futuro. E infine per tutti è di decisiva importanza cogliere le opportune occasioni di incontro e di scambio fra quelli che sono reggini da sempre e quelli che sono giunti da lontano, che però rifiutano di sentirsi stranieri perché si considerano nostri nuovi concittadini.

Non è dunque festa dei soli immigrati, è festa di tutti i cittadini, occasione buona per mostrare reciprocamente il proprio volto, raccontarsi le proprie storie, stringersi la mano non per fredda formalità, ma per dire che le diversità non fanno barriera ma arricchimento reciproco.

Comunicato a cura del Centro Diocesano Migrantes