Messaggio per la Quaresima dell'Arcivescovo Vittorio L. Mondello

News del 22/02/2012 Torna all'elenco delle news

Carissimi fratelli e sorelle,

il 22 febbraio, mercoledì delle Ceneri, avrà inizio il tempo liturgico della Quaresima che, come sottolineato dal Santo Padre nel messaggio formulato per l’occasione, “ci offre ancora una volta l’opportunità di riflettere sul cuore della vita cristiana: la carità”.

Benedetto XVI si sofferma a commentare un versetto della Lettera agli Ebrei: “Prestiamo attenzione gli uni agli altri, per stimolarci a vicenda nella carità e nelle opere buone” (Eb 10, 24).

Da questo versetto emergono tre aspetti fondamentali della vita cristiana:

1.     “Prestiamo attenzione”. In una società in cui gli altri spesso non contano, o contano solo perché utili al soddisfacimento degli interessi personali, la Quaresima invita a saper guardare l’altro in modo diverso per poterlo accogliere come fratello.
L’altro è anzitutto Gesù Cristo e quindi tutti i fratelli e in modo speciale quelli che si trovano in particolari situazioni di disagio. “L’essere fratelli in umanità e, in molti casi, anche nella fede, deve portarci a vedere nell’altro un vero alter ego, amato in modo infinito dal Signore. Se coltiviamo questo sguardo di fraternità, la solidarietà, la giustizia, così come la misericordia e la compassione, scaturiranno naturalmente dal nostro cuore”.
L’attenzione all’altro non riguarda solo le necessità materiali, ma soprattutto quelle spirituali. Ciò comporta anche l’esercizio della correzione fraterna, come proposto dal Vangelo secondo Matteo (Mt 18, 15).

2.     “Gli uni agli altri”. La Lettera agli Ebrei suggerisce che l’attenzione all’altro e la sua accoglienza, sia vissuta nella reciprocità. Considerato che la Chiesa è il Corpo di Cristo è necessario che i fedeli si impegnino ad accogliersi vicendevolmente per collaborare alla crescita della Comunione, ricercando l’uno il bene dell’altro.
“La carità verso i fratelli”, afferma ancora Benedetto XVI, “di cui è un’espressione l’elemosina -tipica pratica quaresimale insieme con la preghiera e il digiuno- si radica in questa comune appartenenza”.

3.     “Per stimolarci a vicenda nella carità e nelle opere buone”. L’accoglienza dell’altro, la crescita nella comunione e la stessa correzione fraterna hanno la finalità di aiutare tutti i membri della comunità a crescere “nella carità e nelle opere buone”, cioè a crescere nella santità.
E' per questo che nel periodo Quaresimale siamo invitati, in modo particolare, a vivere la carità concretizzandola nelle opere buone che siamo chiamati a compiere. La “Quaresima di carità”, perciò, stimola tutti noi a realizzare qualche rinuncia perché possiamo devolverne i risparmi a favore di opere destinate ai fratelli più bisognosi.
La crisi economica che l’Europa e in particolare la nostra Italia e soprattutto la nostra Regione sta attraversando, ha costretto un numero sempre più elevato di persone a ricorrere agli aiuti che la Diocesi e le singole parrocchie garantiscono cercando di soddisfare le esigenze di tutti.

Per questo è necessario che la raccolta che realizzeremo in questa “Quaresima di Carità” sia interamente devoluta alla Caritas diocesana -le cui esigenze sono aumentate in modo elevato- perché possa corrispondere in modo adeguato a tutti i bisognosi.

Non chiedo che si offrano oboli onerosi ma che siano in molti a offrire quello che possono.
Dobbiamo fare in modo che le nostre opere buone (soprattutto le nostre case di accoglienza) non siano costrette a chiudere per l’inadempienza o la disattenzione delle convenzioni stipulate con le autorità competenti.

Ringrazio di cuore quanti generosamente contribuiranno per il bene dei fratelli più bisognosi e, con sentimenti di affetto paterno, vi benedico.


Vittorio Mondello
Arcivescovo Metropolita di Reggio Calabria-Bova

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