La Trinità: un Io, un Tu e un Noi

News del 06/06/2009 Torna all'elenco delle news

Il Tutto è Relazione; la relazione è tutto

Oggi la chiesa celebra la festa della Trinità. La Trinità celebra un Dio che è comunione, relazione, famiglia. Dio non è un’entità di solitudine ma una realtà dinamica, viva e relazionale.
La Trinità non è un problema matematico (come conciliare che Dio sia Uno e che siano Tre: Padre, Figlio e S.S) ma è la suprema espressione dell’esperienza che tutti facciamo dell’amore e della comunione umana. Ciò che importa nell’amore è che siamo uniti, ma che non ci fondiamo insieme. E’ importante che ci doniamo senza perderci. Ed è importante che rimaniamo uniti senza uniformarci e divisi senza essere separati. L’amore vero è così trinitario: unito ma non uniforme; separato ma non diviso.
La Trinità è un dogma, cioè definisce qualcosa che la Chiesa ha capito chiaramente.
Il dogma è così: definisce qualcosa che prima si è vissuto e a cui adesso puoi dare un nome preciso.
La Trinità è l’esperienza che fecero i primi cristiani e i primi discepoli. Sperimentarono che Dio è amore, che Dio è relazione, che in Dio c’è unione ma non fusione, diversità ma non separazione. Capirono che il Padre, suo Figlio Gesù e lo Spirito, da una parte erano tre esperienze diverse, tre persone, ma che dall’altra erano lo stesso Dio, erano la stessa esperienza.
Per dire la loro esperienza di Dio utilizzarono il mezzo, l’immagine che più conoscevano: Dio è famiglia, comunione, relazione, rapporto.
Il dogma è il punto di arrivo di un lungo sentiero. Ma non capirai nulla se prima non avrai fatto la strada. Rimarrà solo una definizione messa là, oscura e arida.
“La Trinità è relazione tra un Io, un Tu e un Noi” (J. Ratzinger): esprime l’idea del dia-logo in Dio”. In Dio c’è un Padre che ama il Figlio e che è amato dal Figlio. Il loro amore è lo Spirito. In Dio c’è relazione, c’è amicizia, c’è incontro, c’è comunione, c’è amore.
Se noi guardiamo al vangelo, infatti, troviamo che la forza di Gesù era data dalla relazione particolarissima, speciale, intima che aveva con il Padre. Anche nei momenti difficili, fu questa apertura totale che lo sostenne. Fu la relazione, il rapporto che Gesù aveva con il Padre che lo aiutò in momenti cruciali, decisivi e drammatici, come nel Getsemani e nelle sue ultime ore.
Ogni relazione è composta fondamentalmente di tre elementi (è trinitaria): l’io, il tu e il noi. La relazione è il modo necessario, lo stile, di ogni rapporto.
La fisica ci dice che tutto è relazione. Se cambio un elemento qualsiasi, anche gli altri variano.
La comunicazione ci dice che tutto è in relazione: se cambio il mio modo di rapportarmi anche l’altro deve cambiare.
L’esperienza dice che veniamo da una relazione tra un uomo e una donna.
La natura ci dice che tutto è relazione: se tu cambi o alteri la natura, cambi e alteri anche la tua qualità di vita.
Le dinamiche familiari ci dicono che il benessere o il disagio sono frutto di determinate relazioni.
La bellezza della vita è data dalla capacità di avere relazioni significative, profonde, intense e durature.
L’amore è relazione, apertura nel dare e ricevere dove ci si incontra nelle profondità del corpi, dei progetti e delle anime.
La maturità personale è la relazione sana che io ho con me stesso.
La preghiera è la relazione, la comunicazione con Dio.
La fede è la relazione con l’Altissimo che permea la mia vita.
La relazione è la struttura non solo della materia, non solo delle persone, ma di ogni cosa. Tutto è in relazione. C’è una interdipendenza di tutte le cose. Noi siamo creature fatte per la relazione.
La Trinità ci ricorda che tutto è relazione.
La Trinità ci ricorda che il Tutto è Relazione.
La Trinità ci ricorda che Dio è Padre, Figlio e Spirito Santo.

Testo di don Marco Pedron, 7 giugno 2009 (testo integrale)


Liturgia e commento a cura di Enzo Petrolino, diacono

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