Morrone ai coristi: "Che la vostra vita sia il canto di Dio!"

News del 09/12/2023 Torna all'elenco delle news

«Il canto sacro non è un elemento estetico della liturgia ma ne è parte integrante, è un linguaggio privilegiato per la preghiera, perché deve favorire l’incontro con Dio. Il canto è preghiera», unione inscindibile tra rito e musica, tra parola e canto, tra silenzi e suoni in una mistica armonia.

A sottolinearlo la direttrice della corale parrocchiale del Duomo, Rosetta Zumbo, nel suo saluto introduttivo al pellegrinaggio delle corali parrocchiali della diocesi che, lo scorso 23 novembre, si sono ritrovate in Cattedrale, ai piedi del quadro della Madonna della Consolazione.

Una iniziativa voluta dall’Ufficio Liturgico diocesano, guidato da don Nicola Casuscelli, all’interno di un cammino interiore di conversione che per i coristi è alla base del proprio servizio – come lei stessa ha sottolineato anche in qualità di membro dell’ufficio diocesano – «per riscoprire quella “melodia”, che prima ancora della nota musicale, ci abita, e che è la presenza di Dio che rende bella la vita. Il nostro servizio si radica nella risposta ad un invito che parte dalla Parola di Dio, dal cuore stesso di Dio, per aiutare noi stessi e gli altri ad entrare nel suo mistero di amore, bontà, misericordia, compassione, tenerezza, comunione».

Un percorso formativo intrapreso lo scorso anno nella gioia di stare insieme, di camminare armonicamente insieme, così come la musica ci insegna, dietro lo stimolo della coordinatrice delle corali, maestro Carmen Cantarella, e con l’aiuto del maestro Alberto Orio, che per l’occasione ha donato una sua elaborazione organistica vocale di una partitura.

Una armonia di voci e di cuori che ha risuonato potentemente all’interno della basilica e che si è sprigionata in tutta la sua bellezza all’esterno, attirando anche qualche curioso passante. Una “ricchezza” per la quale l’arcivescovo Morrone ha voluto manifestare ai coristi presenti tutto il suo apprezzamento per il livello alto raggiunto, e tutta la sua gratitudine: «Grazie perché il vostro è un servizio prezioso che non è da contorno alla liturgia, ma fa parte della liturgia stessa. Il canto sacro è il modo di cantare la nostra fede, la nostra fiducia nel Signore Gesù. È un servizio di lode a Dio, ma soprattutto alle vostre comunità, un dono prezioso che va coltivato, incentivato e promosso».

L'arcivescovo Morrone alle corali: «Continuate nella vostra missione. Il vostro è un mistero che promuove la pace»

Il presule ha poi richiamato l’attenzione su un aspetto importante di questa missione, soprattutto in un tempo drammatico come quello che stiamo vivendo: «l’esercizio che voi fate nel mettervi a servizio delle nostre comunità, nelle nostre liturgie, è un esercizio di pace, perché l’arte, in questo caso il canto, la musica, rende il nostro cuore più tenero, più umano. Il vostro è un ministero che promuove la pace, perché il canto in quanto tale, nella liturgia che è presenza viva, vivificata dallo Spirito, è una esaltazione della pace che è Gesù. Lui è la nostra pace. Non possiamo far cantare le armi!».

Infine il presule ha salutato tutti augurando: «Che la vostra vita sia il canto di Dio, e faccia cambiare il cuore delle persone con cui la dividete. Grazie per il vostro ministero prezioso: ognuno nel corpo del Signore che siamo tutti noi, la chiesa, ha il suo posto e va vissuto bene, piccolo o grande che sia. Quindi vivete bene questo servizio, incentivatelo, anzi fate in modo che altri possano seguire questo vostro bell’esempio. Che le nostre comunità siamo ricche di cori che ci aiutano a pregare, a cantare, a lodare il Signore con la nostra vita!». La celebrazione si è chiusa con la recita della preghiera del corista di monsignor Marco Frisina.

di Antonia Cogliandro su avveniredicalabria.it

 

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