14 aprile 2022 - Messa in Coena Domini in Cattedrale: lasciarsi amare da Dio

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Proseguono i riti del Triduo pasquale presieduti dall'arcivescovo Morrone nella Basilica Cattedrale di Reggio Calabria. Poco fa si è conclusa la Solennità della Messa in Coena Domini durante la quale la Chiesa fa memoria dell'istituzione dell'Eucarestia.

«È giunta l’ora. L’ora di Dio è l’ora della Gloria. Gesù si spoglia nella sua dignità, il suo cuore pulsa d’amore per noi. Lui ci lava i piedi. Forse il gesto della Lavanda dei piedi l’abbiamo un po’ banalizzato, teatralizzato. Cosa ci vuole dire Gesù con questo gesto?». Inizia con una domanda l'omelia del Giovedì Santo dell'arcivescovo reggino ha detto che «Il Signore parla a tutti. Per comprendere l’ora di Gesù bisogna ascoltare le letture odierne con attenzione, partendo dal memoriale della Pasqua tratta dal Libro dell’Esodo».

La Pasqua in Cristo

«La nostra Pasqua non è quella: seppure siamo dentro la tradizione ebraica, - ha detto il presule - Gesù ci insegna di non “passare oltre” come fa l'Angelo del Signore nell’Antico Testamento. Dio si ferma, si china e ci tocca nel nostro stesso sangue che è il suo. Gesù è la nostra Pasqua, è il nostro “passaggio”».

«Nel Vangelo di Giovanni, Gesù ha operato sette segni che richiamano a quest’ora. Via e nutrimento, il gesto della Lavanda dei Piedi è la somma di tutti i segni precedenti. Così Gesù - ha aggiunto Morrone - parla di sé con un ultimo gesto grandioso e scandaloso: li amò sino alla fine. Gesù è con noi nelle nostre miserie, nei nostri tradimenti. Sì, perché Giuda rappresenta tutti. Amatevi come io vi ho amato: la bella notizia è Gesù. Quel gesto della Lavanda dei Piedi è insuperabile perché viene da Dio. Possiamo provare a imitarlo per essere più umani».

Il presule ha spiegato come «Gesù è disposto anche a essere tradito. È nudo di fronte alla mia e alla tua libertà: questo mi spiazza! Istintivamente non voglio essere fine in fondo in questo amore che so che può deludermi. Questo è l’atteggiamento di Pietro, è il nostro atteggiamento. Gesù è il Signore non perché ci sottomette, ma perché ci ama fino alla fine. Questo è il Regno di Dio. Se tu non ti lasci amare così, non avrai parte con me. Che fatica accettare questo “lasciati amare” se restiamo nella logica del “do ut des”, del precetto, della norma».

Il dono dell'Eucarestia

«L’Eucarestia non è un premio. Il Signore anche di fronte ai nostri “piedi sporchi” ci dice sempre: “Tu meriti il mio amore”. Solo dopo aver capito questo possiamo provare a rispondere alla sua domanda: “E tu mi ami?”. Se non entriamo dentro questo cammino di grazia, - ha spiegato il presule - non inizieremo mai il nostro cammino di conversione. Questa è la salvezza: non ci salviamo ma da soli, ma siamo sempre salvati da Dio. La fede è risposta grata, non è un concetto, non è un dogma. Sono felice grazie all’amore di Dio per me».

«L’Eucarestia non è una pia pratica o un’energia magica che sconfigge il male. È il Vangelo condensato. Se non si accoglie l’intenzione di Gesù, “lasciati amare”, allora non è il Pane santo. L’Eucarestia - ha evidenziato - è azione d’amore perdonante, misericordiosa. “Fate questo in memoria di me”, così lo spezzare il Pane ci fa Chiesa».

Infine, monsignor Morrone rivolgendosi ai fedeli presenti in Cattedrale ha concluso dicendo: «Gesù ci crede di amare e di pregare anche per coloro che ci fanno del male. Dio fa sorgere il sole sui buoni e sui cattivi. “Ho avuto fame e sete e tu mi hai nutrito e dissetato”. Protetto».

Verso il Venerdì Santo

I riti del Triduo pasquale presieduti dall'arcivescovo Morrone proseguiranno nella giornata di domani, 15 aprile, con un doppio appuntamento in Cattedrale di Reggio Calabria. Alle 17 sarà celebrata l'Azione liturgica in Passione Domini, mentre alle 19 del Venerdì Santo, i fedeli vivranno la Via Crucis nella Cattedrale intitolata a Maria Santissima Assunta in Cielo.

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