20 dicembre 2020 - Quarta domenica di Avvento: E noi, quali “sì” possiamo dire?

News del 20/12/2020 Torna all'elenco delle news

«Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te».

A pochi giorni dal Natale, il Vangelo ci indica il binomio della gioia cristiana:

tu puoi essere nella gioia perchè il Signore è con te. La gioia non è la solitudine di chi basta a se stesso, ma la consapevolezza di chi sa non essere veramente solo mai. Sarebbe bello se oggi non riducessimo la Parola del Vangelo a mille ragionamenti, ma semplicemente ci lasciassimo riscaldare da questa consapevolezza ripetuta per tutta la giornata come una giaculatoria che l'angelo dice a ciascuno di noi: "Gioisci perchè non sei solo/a, il Signore è con te". Se non soltanto ripeteremo ciò, ma cominceremo a credergli, allora sentiremo ciò che Maria stessa ha provato a quello strano saluto di Gabriele.

Commento di don Luigi Maria Epicoco 

 

In questa quarta e ultima domenica di Avvento, il Vangelo ci ripropone il racconto dell’Annunciazione. «Rallegrati», dice l’angelo a Maria, «concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù» (Lc 1,28.31). Sembra un annuncio di pura gioia, destinato a fare felice la Vergine: chi tra le donne del tempo non sognava di diventare la madre del Messia? Ma, insieme alla gioia, quelle parole preannunciano a Maria una grande prova. Perché? Perché in quel momento ella era «promessa sposa» (v. 27). In tale situazione, la Legge di Mosè stabiliva che non dovevano esserci rapporti e coabitazione. Dunque, avendo un figlio, Maria avrebbe trasgredito la Legge, e le pene per le donne erano terribili: era prevista la lapidazione (cfr Dt 22,20-21).

Certamente il messaggio divino avrà riempito il cuore di Maria di luce e di forza; tuttavia, ella si trovò di fronte a una scelta cruciale: dire “sì” a Dio rischiando tutto, compresa la vita, oppure declinare l’invito e andare avanti con il suo cammino ordinario. Che cosa fa? Risponde così: «Avvenga per me secondo la tua parola» (Lc 1,38). Avvenga (fiat). Ma nella lingua in cui è scritto il Vangelo non è semplicemente un “si faccia”. L’espressione verbale indica un desiderio forte, indica la volontà che qualcosa si realizzi. Maria, in altre parole, non dice: “Se deve avvenire avvenga…, se non si può fare altrimenti…”. Non è rassegnazione. Non esprime un’accettazione debole e remissiva, esprime un desiderio forte, un desiderio vivo. Non è passiva, è attiva. Non subisce Dio, aderisce a Dio. È un’innamorata disposta a servire in tutto e subito il suo Signore. Avrebbe potuto chiedere un po’ di tempo per pensarci, oppure maggiori spiegazioni su che cosa sarebbe successo; magari porre qualche condizione... Invece non prende tempo, non fa aspettare Dio, non rinvia.

Quante volte – pensiamo a noi adesso – quante volte la nostra vita è fatta di rinvii, anche la vita spirituale! Per esempio: so che mi fa bene pregare, ma oggi non ho tempo… “domani, domani, domani, domani…” rinviamo le cose: lo farò domani; so che aiutare qualcuno è importante – sì, devo farlo: lo farò domani. È la stessa catena dei domani…Rinviare le cose. Oggi, alle porte del Natale, Maria ci invita a non rimandare, a dire “sì”: “Devo pregare?” “Sì, e prego”. “Devo aiutare gli altri? Sì”. Come farlo? Lo faccio. Senza rimandare. Ogni “sì” costa. Ogni “sì” costa, ma sempre meno di quanto costò a lei quel “sì” coraggioso, quel “sì” pronto, quell’«avvenga per me secondo la tua parola» che ci ha portato la salvezza.

E noi, quali “sì” possiamo dire? In questo tempo difficile, anziché lamentarci di quello che la pandemia ci impedisce di fare, facciamo qualcosa per chi ha di meno: non l’ennesimo regalo per noi e per i nostri amici, ma per un bisognoso a cui nessuno pensa! E un altro consiglio: perché Gesù nasca in noi, prepariamo il cuore: andiamo a pregare. Non lasciamoci “portare avanti” dal consumismo: “devo comprare i regali, devo fare questo e quello…”. Quella frenesia di fare tante cose… l’importante è Gesù. il consumismo, fratelli e sorelle, ci ha sequestrato il Natale. Il consumismo non è nella mangiatoia di Betlemme: lì c’è la realtà, la povertà, l’amore. Prepariamo il cuore come ha fatto Maria: libero dal male, accogliente, pronto a ospitare Dio. «Avvenga per me secondo la tua parola». È l’ultima frase della Vergine in questa ultima domenica di Avvento, ed è l’invito a fare un passo concreto verso il Natale. Perché se la nascita di Gesù non tocca la vita nostra – la mia, la tua, tutte – se non tocca la vita, passa invano.

Nell’Angelus ora anche noi diremo “si compia in me la tua parola”: la Madonna ci aiuti a dirlo con la vita, con l’atteggiamento di questi ultimi giorni, per prepararci bene al Natale.

Dall'ANGELUS di papa Francesco