Morosini: Adorazione ed evangelizzazione, i due aspetti dell'Eucaristia

News del 26/05/2016 Torna all'elenco delle news

Dall'Omelia dell'arcivescovo Morosini nella Celebrazione Diocesana solenne del Corpus Domini in Cattedrale giovedì 26 maggio alle ore 19.00:

"Siamo qui a compiere un gesto solennissimo di Adorazione Eucaristica e di Evangelizzazione Eucaristica: partecipiamo di Cristo e della sua salvezza e poi la portiamo agli altri, con lo stesso entusiasmo che Egli ha avuto nel portare per le strade il suo vangelo, facendoci come Lui pane spezzato per gli altri...

Come relazioniamo la trasmissione della fede all’Eucarestia? Cristo prima va riconosiuto nella fede, amato e poi portato nelle strade. La fede non è solo una dottrina ma una esperienza che bisogna comunicare. Al centro di questa esperienza c’è Gesù, la cui presenza riconosciamo viva e vera nel sacramento dell’Eucarestia. 

Senza Eucarestia non ci sarebbe annuncio, non ci sarebbe la forza per annunciare, per camminare, non ci sarebbe la pazienza per attendere la sua venuta.

Entrando nelle nostre chiese non troviamo il vuoto di un’aula, ma il tabernacolo che significa calore, presenza reale di Dio. Ecco perché i grandi apostoli sono stati grandi contemplativi e adoratori. E la loro era anche adorazione notturna.... Ecco la bellezza dei tabernacoli dove Dio ci parla, e ci dice "Io ci sono"...

Bisogna curare il decoro dell’altare e del tabernacolo. Della lampada che arde perenne dove c’è l’Eucarestia e dice che Lui è lì.

Quando si entra in Chiesa la prima cosa da fare è cercare il tabernacolo. Adorando l’Eucarestia noi impariamo ad evangelizzare. Con lo stesso ardore con cui Lui ha dato la vita per noi, per darsi poi come cibo, offrire la vita per la causa della salvezza.

Adorando imparamo ad essere pane vivo...

Le nostre parrocchie diventino centri di adorazione, le ostie siano pane spezzato.

Ministri della compassione sentite forte il vostro ministero di stare con l’Eucaristia accanto ai malati.

A voi sacerdoti dico non abbiate timore a preparare persone se può servire a portare l’Eucarestia più frequentemente, non priviamo i nostri malati di questa forza".