8 dicembre: Solennità dell'Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria

News del 05/12/2013 Torna all'elenco delle news

Mentre abbiamo iniziato il percorso dell'attesa e della speranza per il quale andiamo incontro con sollecitudine al Signore che viene, ecco che il nostro itinerario viene incoraggiato da una figura illuminante e persuasiva, che ci si offre come archetipo, sprone e motivazione. Maria ha vissuto infatti lei per prima il suo Avvento di fiduciosa speranza, avendo atteso con pazienza che si adempisse nel suo grembo l'antica promessa di redenzione e di salvezza nell'Incarnazione: aspettando il parto verginale preannunciatole dall'Angelo, ha avuto occasione di sperare e di affidarsi a Dio, che le aveva già manifestato la sua presenza per mezzo di tante grazie e di favori e che adesso le manifestava fiducia piena e rinnovato sostegno, nell'affidarle la missione di Madre di Colui che doveva entrare nella storia umana per attraversarla. La fiducia e la speranza sono state per questa fanciulla occasione di ascolto, orazione e umile sottomissione, che sfociavano nell'esercizio della carità, perché se il Cristo è il dono più grande che Dio poteva fare all'uomo, Ella di questo dono è stata intermediaria per tutti, offrendo se stessa per la causa della salvezza.

Nell'episodio dell'annuncio dell'angelo si riscontrano quindi tutti gli elementi peculiari e irrinunciabili dell'Avvento e per questo motivo anche papa Ratzinger e Von Balthasar affermano che l'Avvento è un tempo mariano: il tempo dell'attesa di Colui che viene e del quale Maria è testimone e protagonista, ovviamente dopo Dio e lo stesso suo Figlio.
A proposito della Solennità di oggi, che proclama Maria concepita senza peccato, essa ci rammenta, sempre nel tempo di Avvento, le meraviglie compiute da Dio a vantaggio dell'uomo e a favore anche della stessa fanciulla di Nazareth: Dio, atteso dalle genti come il Messia e Salvatore, destinato a nascere da una vergine per essere l'Emmanuele (Is 7, 14; Mt, 1, 7-23)ci è venuto incontro nel preservare Maria dalla comune macchia di peccato, mostrandosi quindi come il Futuro da noi atteso che si rende presente in un solo atto di grazia. 
La solennità dell'Immacolata concezione, ratificata nel 1854 dal dogma di Pio XI, ci informa che in vista dell'Incarnazione del Verbo, Maria doveva essere predisposta integra e immacolata prima ancora del suo concepimento e pertanto è stata preservata dal peccato di Adamo, comune eredità dell'uomo. Maria è nata senza peccato, essendone stata preservata prima di venire al mondo e questo perché potesse adeguatamente ospitare il Figlio di Dio, l'Assoluto preesistente che si incarnava per raggiungere la precarietà dell'uomo pur restando sempre il Perfetto Assoluto. A far fede a questa verità è il termine "piena di grazia" (kekaritomène) che avalla la convinzione di un intervento specialissimo di Dio che ha reso Maria destinataria dei più alti favori divini: è stata ricolmata di tutte le grazie.
Un antico autore del 1100 (Eadmero) delineava il parto immacolato di Maria con l'esempio della castagna che esce indenne dall'involucro di spine: pur essendo soggetto ai pericoli delle spine del peccato, il corpo di Maria Vergine è uscito libero e protetto da ogni puntura, questo ovviamente per lo speciale intervento preservativo di Dio.
Abbiamo finora descritto, tuttavia, le sole opere di Dio nei confronti di questa esile e semplice creatura. Occorre che ci rendiamo conto però che di fronte ad esse Maria non è stata spettatrice passiva, ma che vi ha partecipato con assiduo interesse e spontanea iniziativa, per condividere in tutto e per tutto i progetti divini su di lei. Già nell' ascolto attento della parola dell'angelo ella assume un fare critico e razionale, tipico di ogni uomo o donna che voglia rendersi conto di una proposta che viene rivolta, proprio di ogni persona dotata di buon senso e di giudizio obiettivo. Maria valuta, soppesa e scruta ogni cosa, ponendo anche delle domande: "Com'è possibile? Non conosco uomo" e realizza un dialogo franco e aperto con l'angelo, ottenendo le dovute delucidazioni: "Lo Spirito Santo (e non una relazione umana) provvederà a questo.
Maria adopera poi ogni intraprendenza nel mettersi in viaggio per la terra di Elisabetta, nel vedersi da questa proclamare come la Madre del Signore, nel riconoscere se stessa come la destinataria di grandi cose che Dio ha fatto su di lei. Ma soprattutto si mostra attiva e partecipe nel prolungare la sua concezione immacolata in una vita perfetta, casta e caritatevole attestata anche dalla sua verginità perpetua.
Relativamente a questo assunto, alcuni teologi lamentano che si faccia eccessiva confusione fra l'Immacolata concezione e il parto verginale. Eppure sono due realtà che non possono essere disgiunte: Maria, per uno speciale privilegio divino finalizzato all'opera della salvezza, è stata preservata, prima della sua nascita carnale, da ogni macchia di peccato, anche la più minima e insignificante per essere in sé perfetta affinché la Perfezione assumesse forma umana nel suo grembo. Tuttavia Maria ha dovuto mantenere e coltivare siffatta perfezione attraverso una vita monda e illibata, che escludesse ogni manchevolezza ed escludesse anche la minima idea di peccato o di imperfezione; di conseguenza doveva optare per la verginità prima, durante e dopo il parto. Oltretutto, colei che aveva accettato di restare gravida "senza conoscere uomo" non poteva che mantenere tale proposito anche successivamente, in tutte le restanti tappe della sua vita. Il che vuol dire, effettivamente, che l'immacolata concezione di Maria si protrae per tutto il resto della sua vita e di questo è testimonianza la verginità e l'illibatezza.
Proprio questi aspetti ravvivano in noi la certezza di un Avvento necessariamente "mariano":
Maria spera nel Signore, cioè si impegna nel presente ostile e avverso sempre orientata verso l'avvenire glorioso che è il Signore stesso e la fede nel Dio Salvatore Fanciullo che recherà nel suo grembo e poi fra le braccia è attualizzata dalla speranza continua nello stesso Signore che le donerà il gaudio futuro conseguente alle sue sopportazioni. E intanto la sua disponibilità la rendepronta all'ascolto, alla preghiera e alla fiducia per essere pronta successivamente alla carità effettiva mentre perdura la sua immacolatezza e la sua perfezione.
Preghiera, ascolto, speranza e attesa nella conversione e nelle opere di carità sono prerogative che questo tempo di Avvento chiede a tutti noi per una predisposizione sia al Natale del Signore sia alla venuta finale del Cristo Glorioso che giudicherà il mondo. Maria, nella sua persona di donna semplice e dimessa che potrebbe confondersi con qualsiasi altra ragazza del comune popolino, ci assicura che tali prospettive sono possibili a realizzarsi. 

Omelia di padre Gian Franco Scarpitta 



L'Immacolata Concezione
Premessa storico-liturgica 
La riflessione teologica sull’Immacolata concezione di Maria è stata molto lenta. Una festa della Natività di Maria era celebrata in Oriente verso la fine del VI secolo. Nel secolo seguente, poi, sorse una festa della Concezione di Maria.
In Occidente, invece, questa festa della Concezione di Maria appare solo in Italia Meridionale, a Napoli, nel IX secolo e intorno al 1060 veniva celebrata anche in Inghilterra, introdotta molto probabilmente da un monaco orientale. Dopo la conquista dell’isola da parte dei Normanni, la festa riacquistò vigore e passò in Europa come festa dell’Immacolata Concezione.
Non tutti i teologi del tempo erano favorevoli. Perfino il grande San bernardo di Chiaravalle (1091-1153), il cantore di Maria, colui che si sentì rispondere ad un suo saluto rivolto alla statua della Vergine: “Ave, Bernarde” (Ciao, Bernardo), protestò in una lettera contro i Canonici di Lione per aver introdotto questa festa.
In questo stesso periodo, però, un discepolo di Sant’Anselmo di Aosta (1033-1109), Eadmero, sostenne la possibilità dell’Immacolata Concezione. L’argomento era molto semplice: Dio lo poteva fare. Se perciò lo voleva fare, lo fece. Di qui ebbe origine il famoso assioma: “Potuit, decuit, ergo fecit” (Dio poteva; era conveniente, perciò lo fece). L’intuizione era buona, ma poteva portare a delle esagerazioni. Una volta che i teologi avevano deciso che una cosa era conveniente, concludevano che Dio l’aveva fatta. Ed esagerazioni del genere non mancarono.
Seguirono alcuni secoli di dibattito teologico al riguardo. Poi, nel 1477, Sisto IV dà il suo beneplacido ad una Messa della Concezione; nel 1695, Innocenzo XII approva una Messa con ufficio e ottava per la Chiesa intera, ed infine, nel 1708, con Clemente IX la festa divenne di precetto.
Un altro appoggio alla celebrazione dell’Immacolata Concezione venne nel 1830 con le apparizioni della Vergine a Caterina Labouré, che promosse la diffusione della Medaglia Miracolosa con l’invocazione: “O Maria, concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a voi”.
Finalmente nel 1854, Pio IX definì come dogma di fede la Concezione Immacolata di Maria e quattro anni dopo la Madonna stessa, a suggello di quanto la Chiesa aveva proclamato, si autodefinì a Lourdes: “Io sono l’Immacolata Concezione”. Con la riforma liturgica del Vaticano II questa celebrazione ha assunto il grado di solennità.

Riflessione ascetico-pastorale

L’Immacolata Concezione è spesso fraintesa da chi è privo di una sufficiente istruzione catechetica: viene confusa con il concepimento verginale di Gesù.
Diciamo subito che il Nuovo Testamento non dice nulla sulla concezione di Maria. La riflessione teologica dei primi secoli toccò sì Maria, ma in modo indiretto. I primi due dogmi mariani, infatti, cioè la Verginità di Maria e la Maternità divina, erano prettamente cristologici, nel senso che erano affermazioni fatte su Maria, ma con il fine di salvaguardare verità riguardanti Gesù.
I due dogmi mariani più recenti, cioè quello dell’Immacolata Concezione e quello dell’Assunzione, riguardano in maniera più diretta Maria. Da un certo punto di vista essi rappresentano dei privilegi concessi alla Madonna, perché doveva essere Madre di Gesù, vero Dio e vero uomo. Però il loro significato più profondo è soteriologico, in quanto riguardano la nostra salvezza. Ci ammaestrano sul nostro fine ultimo, sulla grazia vittoriosa di Cristo che vince il peccato e ci porta alla gloria finale.
La cosa fondamentale che possiamo dire sull’Immacolata Concezione è che Maria è stata redenta in previsione dei meriti del Figlio suo. Gesù ha guadagnato sulla croce la grazia dell’Immacolata concezione di sua Madre. Tutto ciò significa che la salvezza dell’umanità era operativa ancora prima che Cristo nascesse. Solo se vediamo Dio condizionato dal tempo, proviamo imbarazzo per il concetto di “redenzione preservativa”, vale a dire fatta in vista dei meriti acquisiti da Gesù sul Calvario. Intuizione questa tanto cara al beato Duns Scoto (1266-1308).
La salvezza è sempre un dono gratuito di Dio. Il bambino è santificato gratuitamente nell’acqua del battesimo e l’adulto accetta come dono di Dio la grazia della giustificazione mediante la fede.
Quando diciamo che Maria è stata concepita senza macchia di peccato, diciamo che è stata redenta nel modo più perfetto possibile: il peccato non l’ha potuta nemmeno sfiorare. Questa sua Concezione Immacolata, però, è un dono totalmente gratuito di Dio.
Mediante questo privilegio, dunque, Maria è la perfetta salvata. Ella non ha mai avuto gli ostacoli spirituali che distolgono noi, creature nate con il peccato originale, dal totale amore di Dio. Questo dono le ha permesso di pronunciare al momento dell’Annunciazione, pur con un profondo atto di fede di fronte al disegno imperscrutabile di Dio, un sì senza limiti, senza alcuna restrizione inconscia.
In molti passi la liturgia ci presenta la Vergine Santa come inizio della Chiesa. Sì, perché Maria è la persona dove la grazia della redenzione raggiunse la sua espressione massima. In Maria, infatti, la Chiesa incomincia ad esistere “senza macchia né ruga... ma santa e immacolata” (Ef 5,27). Ciò che la Chiesa intera sarà un giorno, è già perfetto in Maria mediante la sua Immacolata Concezione e la sua Assunzione.
E allora si deve concludere che la Vergine Immacolata è lontanissima da noi ed è inimitabile? No, assolutamente! Nel mondo della grazia e dello spirito, solo il peccato è anormale, mentre la santità è normale. La nostra esperienza quotidiana ce lo conferma. Quando siamo in contatto regolare con Dio nella preghiera, quando prendiamo la vita spirituale con maggior serietà, tendiamo ad essere più buoni, più disponibili, più gentili verso gli altri. Il fatto, quindi, che Maria sia senza peccato, la rende perciò Madre di Misericordia, Madre compassionevole, Aiuto dei Cristiani. In una parola: Corredentrice.
(Pio IX, Ineffabilis Deus

Liturgia della Solennità dell'Immacolata: 8 dicembre 2013

Liturgia della Parola della Solennità dell'Immacolata: 8 dicembre 2013