Santo del giorno 3 marzo: Beato Innocenzo da Berzo

News del 03/03/2024 Torna all'elenco delle news

Beato Innocenzo da Berzo patrono  dei bambini, frate cappuccino che si costruì togliendo, scartando per arrivare a un "amoroso nulla", ad una pienezza di amore divino. Molto amato e festeggiato nel convento santuario Beato Innocenzo da Berzo - Santuario Santissima Annunciata in Piancogno (BG) dove visse e in tutta la Valcamonica dove un itinerario conduce ai luoghi del “Fratasì de Bers”.

 

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Dai suoi scritti:

"Non c'è altro mezzo migliore per custodire lo spirito che patire, fare e tacere...La maggior necessità che noi abbiamo è il tacere davanti a questo nostro gran Dio, così con l'appetito come con la lingua, la cui loquela -quella che egli ascolta più volentieri - è loquela taciturna d'amore".

 

«Gesù è da tutti offeso nel mondo: tocca a me non lasciarlo solo nell’afflizione. L’amore di Dio non consiste in grandi sentimenti, ma in una grande nudità e pazienza per l’amato Dio.

 

Non c’è altro mezzo migliore per custodire lo spirito che patire, fare e tacere. Avrò gran desiderio d’esser soggetto a tutti e in orrore l’esser preferito al minimo» (Fra Innocenzo).

 

Giovanni Scalvinoni nacque a Niardo (Brescia) il 19 marzo 1844. Rimasto orfano di padre, trascorse l’infanzia a Berzo.

Frequentò poi il ginnasio nel collegio di Lovere e da qui passò al seminario di Brescia. Il vescovo Geremia Bonomelli, all’epoca professore in seminario, così testimoniò al processo di beatificazione: «Il chierico Scalvinoni per l’ubbidienza, la modestia, la diligenza, l’umiltà, per un certo candore che traluceva da tutte le sue parole e azioni, conciliava gli animi di tutti i suoi compagni.

Il solo vederlo edificava, benché facesse ogni cosa con tutta semplicità». Ordinato sacerdote nel 1867, fu vicario coadiutore a Cevo e vicerettore in seminario. L’innata timidezza, tuttavia, gli faceva desiderare una vita di nascondimento e solitudine.

Si fece cappuccino e ricevette il nome di fra Innocenzo. Anche tra i frati ricoprì solo incarichi modesti.Trascorse la maggior parte del tempo al convento-eremo dell’Annunziata, donde veniva chiamato a predicare gli esercizi spirituali nei conventi della Lombardia.

Cominciò allora a diffondersi la fama della sua santità. I malati e gli afflitti accorrevano per ricevere la sua benedizione. Nei giorni di festa era al confessionale dal mattino alla sera. Morì nel convento di Bergamo il 3 marzo 1890. Venne beatificato dal suo conterraneo, san Giovanni XXIII (https://radiomaria.it/argomenti/beato-innocenzo-da-berzo/)

 

Papa Giovanni XXIII, che lo proclamò beato nel 1961, lo disse: «Un santo moderno, un santo per il nostro tempo». Il beato Innocenzo da Berzo (al secolo Giovanni Scalvinoni) nasce a Niardo, Brescia, nel 1844. Ordinato sacerdote nel 1867, è nominato vicerettore del Seminario a Brescia, ma viene esonerato nel giro di poco.

Fattosi Cappuccino, riceve il nome di fra Innocenzo. Trascorre la maggior parte della vita nell’eremo dell’Annunciata, a Cogno, dove malati e pellegrini chiedono di incontrarlo. Muore a Bergamo, il 3 marzo 1890. I Cappuccini lo celebrano oggi. Il santuario dell’Annunciata lo ricorda la domenica dopo il Perdono d'Assisi (cioè, dopo il 2 agosto). Il Martirologio Romano ne fa memoria il 3 marzo.

La vita del beato Innocenzo colpisce per l’assenza di avvenimenti esteriori. Anzi, le occasioni di impegno pubblico che il religioso affronta si risolvono in ripetuti fallimenti: a tratti è disprezzato dagli stessi confratelli per il carattere riservatissimo e il profilo improntato ad esasperata umiltà. Innocenzo spicca apparentemente, e sin da bambino, solo per la generosità che riserva ai poveri. Tuttavia, la sua vita interiore è fervida e intrisa di profondo amore per l’Eucarestia. I suoi scritti (alcune lettere, brani di diario, prediche) scolpiscono il ritratto di un’anima fiammeggiante, che trova la sua misura solo nell’abbandono più totale a Dio.(https://www.giornaledibrescia.it/santo-del-giorno/oggi-si-celebra-il-beato-innocenzo-da-berzo-wgv8lb7d )