3 dicembre 2023 - Presentazione di un libro su mons. Giuseppe Morabito

News del 03/12/2023 Torna all'elenco delle news

Domenica 3 dicembre alle ore 17 nell' Aula Capitolare della Cattedrale presentazione di un libro che traccia un ritratto di mons. Giuseppe Morabito, importante figura ecclesiale reggina, «consolatore» degli ultimi.

Alfredo Focà, storico della medicina, ripercorre nelle pagine del libro «Monsignor Giuseppe Morabito Vescovo di Mileto. Angelo dei terremoti, Padre degli orfani, Apostolo della Medicina caritatevole (1858-1923)», l’attività pastorale del sacerdote reggino che papa Leone XIII designò al vescovato di Mileto, allora la più grande diocesi della Calabria.
 

Monsignor Morabito, presule che resistette alle calamità

Di questa figura, caduta nell’oblio, emergono da questa ricerca le profonde doti di «teologo, letterato, umanista, scrittore, conferenziere» che lo portarono ad attuare una metodologia operativa nel momento in cui dovette confrontarsi con le calamità naturali che colpirono la Calabria nei primi anni del secolo XX e particolarmente il suo territorio diocesano tra il Poro e la piana di Gioia Tauro.

L’autore concentra la sua attenzione sulla capacità che Mons. Morabito ebbe nel coniugare «il magistero ecclesiastico e il magistero sociale della Chiesa a difesa della dignità della persona, una pastorale di carità verso i poveri e gli orfani non tralasciando una approfondita cultura scientifica e divulgativa». Non poteva essere diversamente per chi nato ad Archi da una famiglia di umili origini entrato in Seminario ebbe valenti maestri (mons. Antonio M. De Lorenzo, il can. Filippo Caprì, e i padri gesuiti Zito e Punci) che arricchirono la sua formazione e, dopo la sua ordinazione ed un breve periodo di insegnamento lo portarono a frequentare l’Università Gregoriana di Roma dove, nel 1883, conseguì la laurea in Teologia.

 

Monsignor Morabito, formatore attento e scrupoloso

Insegnò poi nel seminario reggino collaborando con i periodici diocesani di quegli anni e, nella qualità di segretario, seppe ben organizzare il Primo Congresso Cattolico Calabrese voluto dall’arcivescovo Card. Gennaro Portanova tenutosi nel 1896. La chiamata al vescovato, due anni dopo, contemporanea a quella di mons. Domenico Scopelliti, vide la consacrazione a vescovi dei due canonici reggini nella loro Cattedrale l’otto gennaio 1899 ad opera del Cardinale Portanova. Quell’anno, importante per la ristrutturazione ed il riordino delle diocesi calabresi, lo vide già attivo a riorganizzare il Seminario di Mileto riordinando gli studi seminariali e curando la formazione dei preti senza trascurare una azione rivolta alla religiosità dei fedeli, documentata, nel giro di pochi anni da ben trentaquattro lettere pastorali.

Sei anni intensi di attività nei centri della sua Diocesi interrotti poi bruscamente dal devastante terremoto dell’8 settembre 1905 che ebbe il suo epicentro tra Mileto e l’attuale Vibo Valentia. Distrutte molte case e fortemente danneggiati la Cattedrale, l’Episcopio e il Seminario con numerose vittime, la catastrofe segnò il momento in cui il vescovo seppe aggiungere alla capacità pastorale quella che Alfonso Focà ha definito la «Metodologia Morabito» sintetizzata nelle azioni del «portare soccorso e conforto senza sgomentarsi davanti agli ostacoli, chiamare a raccolta le amicizie consolidate per ottenere sussidi e soccorsi per la popolazione indifesa per i feriti e gli affamati».

Organizzati i primi soccorsi con i suoi seminaristi, fu continuamente presente nelle zone del disastro anticipando i soccorsi ufficiali con una attività riconosciuta a livello nazionale e all’estero testimoniata dai riconoscimenti alla sua azione che i giornali dell’epoca ebbero occasione di far risaltare. I sottotitoli del volume ne ricordano le doti di «angelo consolatore», come lo definì un giornalista dell’Avvenire d’Italia, di «padre degli orfani» per la sua azione tesa al loro recupero affinché «non fossero sradicati dalla loro terra», e poi di «apostolo della medicina caritatevole» ricoverando nell’edificio del Seminario succursale gli anziani soli e disagiati e favorendo la realizzazione dell’Ospedale di S. Francesco Saverio con annesso un sanatorio antimalarico che fu il primo presidio in Italia «per la somministrazione del chinino».

 

Monsignor Morabito, medicina caritatevole e ricostruzione post sismica

Comprese anche la necessità di operare una svolta nella ricostruzione post sismica, dopo anche i danni del terremoto dell’ottobre 1907, operando con tecnologie nuove e favorì la realizzazione in un ambiente del seminario di un Osservatorio sismico e meteorologico. Dopo il terremoto del 28 dicembre 1908, che colpì la parte meridionale della sua diocesi, si adoperò a favorire la ricostruzione dell’Ospedale di Polistena riproponendo il suo «metodo» nell’azione di soccorso alla popolazione ed all’assistenza agli orfani.

Colpito da una grave malattia che lo portò alla cecità, lasciato l’episcopato nel 1922, l’anno successivo il giorno 3 dicembre, data che aveva preconizzato come suo incontro in cielo con S. Francesco Saverio, lasciò la vita terrena «dopo una vita vissuta tra i poveri e per i poveri».

Cento anni dopo la Sala Capitolare della Basilica Cattedrale di Reggio Calabria ha ospitato le presentazione del libro edito da Laruffa. Dopo un indirizzo di saluto dell’arcivescovo Fortunato Morrone, dell’assessore Irene Calabrò del Comune di Reggio e del dr. Stefano Iorfida, presidente dell’Associazione Culturale Anassilaos sono intervenuti il prof. Giuseppe Caridi, presidente della Deputazione di Storia Patria per la Calabria, mons. Antonino Denisi, decano del Capitolo Metropolitano, il dr. Domenico Laruffa, editore, e il Prof. Alfredo Focà.

Leggi l'articolo di Renato Laganà su avveniredicalabria.it