Le domeniche di Quaresima e i "quaranta" giorni

News del 26/02/2023 Torna all'elenco delle news

Le domeniche di quaresima sono indicate anche da un nome latino, derivato dall'introito del giorno, a sua volta tratto dall'Antico Testamento:

    • Invocavit - Invocabit me, et ego exaudiam eum (salmo 91,15)

    • Reminiscere - Reminiscere miserationum tuarum (salmo 25,6)

    • Oculi - Oculi mei semper ad Dominum (salmo 25,15)

    • Laetare - Laetare, Jerusalem (Isaia 66,10)

    • Judica - Judica me, Deus (salmo 43,1)

    • Palmarum - Domenica in Palmis

Le sei domeniche di quaresima non sono giorni di digiuno.

 

Il numero 40

Nella liturgia si parla di “Quadragesima”, cioè di un tempo di quaranta giorni. La Quaresima richiama alla mente i quaranta giorni di digiuno vissuti dal Signore nel deserto prima di intraprendere la sua missione pubblica. Si legge nel Vangelo di Matteo: «Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame».

Quaranta è il numero simbolico con cui l’Antico e il Nuovo testamento rappresentano i momenti salienti dell’esperienza della fede del popolo di Dio. È una cifra che esprime il tempo dell’attesa, della purificazione, del ritorno al Signore, della consapevolezza che Dio è fedele alle sue promesse. Nell’Antico Testamento sono quaranta i giorni del diluvio universale, quaranta i giorni passati da Mosè sul monte Sinai, quaranta gli anni in cui il popolo di Israele peregrina nel deserto prima di giungere alla Terra Promessa, quaranta i giorni di cammino del profeta Elia per giungere al monte Oreb, quaranta i giorni che Dio concede a Ninive per convertirsi dopo la predicazione di Giona.

Nei Vangeli sono anche quaranta i giorni durante i quali Gesù risorto istruisce i suoi, prima di ascendere al cielo e inviare lo Spirito Santo. Tornando alla Quaresima, essa è un «accompagnare Gesù che sale a Gerusalemme, luogo del compimento del suo mistero di passione, morte e risurrezione e ricorda che la vita cristiana è una “via” da percorrere, consistente non tanto in una legge da osservare, ma nella persona stessa di Cristo, da incontrare, da accogliere, da seguire», ha spiegato Benedetto XVI nel 2011

Il conteggio dei giorni

Già nel IV secolo vi è una Quaresima di 40 giorni computati a ritroso a partire dal Venerdì Santo fino alla prima domenica di Quaresima. Persa l’unità dell’originario triduo pasquale (nel VI secolo), la Quaresima risultò di 42 giorni, comprendendo il Venerdì e il Sabato Santo. Gregorio Magno trovò scorretto considerare come penitenziali anche le sei domeniche (compresa quella delle Palme). Pertanto per ottenere i 40 giorni (che senza le domeniche sarebbero diventati 36) anticipò, per il rito romano, l’inizio della Quaresima al mercoledì (che diventerà “delle Ceneri”). Attualmente la Quaresima termina con la Messa nella Cena del Signore del Giovedì Santo. Ma per ottenere il numero 40, escludendo le domeniche, bisogna, come al tempo di Gregorio Magno, conteggiare anche il Triduo pasquale.

 (tratto da www.avvenire.it)

 

 

 

In foto:

Allegoria della Quaresima, acquaforte di Valerio Spada (1650): scalinata di quaranta gradini grigi (i giorni feriali) intervallati da sette bianchi (le sei domeniche di Quaresima e quella della Risurrezione), con episodi dei Vangeli domenicali della Quaresima (a destra), e scene di vita fiorentina intorno.