Santo del giorno 10 agosto: san Lorenzo

News del 10/08/2024 Torna all'elenco delle news

San Lorenzo diacono e martire che ha incarnato un modello concreto di servizio nella Chiesa tanto da essere additato come esempio insieme a Santo Stefano e San Vincenzo. Da giovane spagnolo di famiglia benestante compie gli studi di teologia a Saragozza sino all'incontro per lui decisivo con un suo maestro, il futuro papa Sisto II. Lo segue a Roma diventando suo arcidiacono, il primo dei sette diaconi al servizio della Chiesa romana: assiste il papa nella celebrazione dei riti, distribuisce l’Eucaristia e amministra le offerte. La loro missione è quella di evangelizzare Roma, la capitale dell’Impero romano. Quando scoppia la persecuzione dell'imperatore Valeriano, il papa viene catturato e ucciso e a lui il prefetto imperiale chiede di consegnare “i tesori della Chiesa”. Lorenzo nei tre giorni di tempo che gli vengono dati distribuisce ai poveri le offerte di cui è amministratore e con loro compare davanti al prefetto mostrando la moltitudine di poveri e malati, orfani e vedove, dicendo: "Ecco, i tesori della Chiesa sono questi". 

Prima di morire Lorenzo prega il Signore di far diventare Roma una città cristiana. La preghiera viene esaudita con l’avvento dell’imperatore romano Costantino che farà costruire una basilica sulla tomba del martire, denominata “San Lorenzo fuori le Mura”, meta di pellegrinaggio e di venerazione. A ricordare questi avvenimenti furono erette a Roma tre chiese: San Lorenzo in Fonte (luogo della prigionia), San Lorenzo in Panisperna (luogo del martirio) e San Lorenzo al Verano (luogo della sua sepoltura).

E' patrono di Roma assieme ai Santi Pietro e Paolo.

San Lorenzo è patrono di diaconi, cuochi e pompieri, pasticcieri, rosticcieri, poliziotti, librai, bibliotecari, amministratori e vetrai. Viene invocato contro le scottature, le ustioni e le lombaggini. 

La notte dedicata al martirio di san Lorenzo è legato ormai in modo indissolubile al fenomeno delle stelle cadenti che rappresentano le lacrime versate dal Santo durante il suo supplizio, lacrime che vagherebbero eternamente nei cieli, e scenderebbero sulla terra solo in questo giorno; oppure ricordano i carboni ardenti su cui il Santo, secondo la leggenda, fu martirizzato (su una graticola, il suo emblema). In ogni caso una tradizione ricca di speranza che si possano avverare i desideri di chi si sofferma a ricordare il doloroso martirio di san Lorenzo.

 

 

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Martirologio Romano: Festa di san Lorenzo, diacono e martire, che, desideroso, come riferisce san Leone Magno, di condividere la sorte di papa Sisto anche nel martirio, avuto l’ordine di consegnare i tesori della Chiesa, mostrò al tiranno, prendendosene gioco, i poveri, che aveva nutrito e sfamato con dei beni elemosinati. Tre giorni dopo vinse le fiamme per la fede in Cristo e in onore del suo trionfo migrarono in cielo anche gli strumenti del martirio. Il suo corpo fu deposto a Roma nel cimitero del Verano, poi insignito del suo nome.

 

Forse da ragazzo ha visto le grandiose feste per i mille anni della città di Roma, celebrate nel 237-38, regnando l’imperatore Filippo detto l’Arabo, perché figlio di un notabile della regione siriana. Poco dopo le feste, Filippo viene detronizzato e ucciso da Decio, duro persecutore dei cristiani, che muore in guerra nel 251. L’impero è in crisi, minacciato dalla pressione dei popoli germanici e dall’aggressività persiana. Contro i persiani combatte anche l’imperatore Valeriano, salito al trono nel 253: sconfitto dall’esercito di Shapur I, morirà in prigionia nel 260. Ma già nel 257 ha ordinato una persecuzione anticristiana.

Ed è qui che incontriamo Lorenzo, della cui vita si sa pochissimo. E’ noto soprattutto per la sua morte, e anche lì con problemi. Le antiche fonti lo indicano come arcidiacono di papa Sisto II; cioè il primo dei sette diaconi allora al servizio della Chiesa romana. Assiste il papa nella celebrazione dei riti, distribuisce l’Eucaristia e amministra le offerte fatte alla Chiesa.

Viene dunque la persecuzione, e dapprima non sembra accanita come ai tempi di Decio. Vieta le adunanze di cristiani, blocca gli accessi alle catacombe, esige rispetto per i riti pagani. Ma non obbliga a rinnegare pubblicamente la fede cristiana. Nel 258, però, Valeriano ordina la messa a morte di vescovi e preti. Così il vescovo Cipriano di Cartagine, esiliato nella prima fase, viene poi decapitato. La stessa sorte tocca ad altri vescovi e allo stesso papa Sisto II, ai primi di agosto del 258. Si racconta appunto che Lorenzo lo incontri e gli parli, mentre va al supplizio. Poi il prefetto imperiale ferma lui, chiedendogli di consegnare “i tesori della Chiesa”.

Nella persecuzione sembra non mancare un intento di confisca; e il prefetto deve essersi convinto che la Chiesa del tempo possieda chissà quali ricchezze. Lorenzo, comunque, chiede solo un po’ di tempo. Si affretta poi a distribuire ai poveri le offerte di cui è amministratore. Infine compare davanti al prefetto e gli mostra la turba dei malati, storpi ed emarginati che lo accompagna, dicendo: "Ecco, i tesori della Chiesa sono questi".

Allora viene messo a morte. E un’antica “passione”, raccolta da sant’Ambrogio, precisa: "Bruciato sopra una graticola": un supplizio che ispirerà opere d’arte, testi di pietà e detti popolari per secoli. Ma gli studi (v. Analecta Bollandiana 51, 1933) dichiarano leggendaria questa tradizione. Valeriano non ordinò torture. Possiamo ritenere che Lorenzo sia stato decapitato come Sisto II, Cipriano e tanti altri. Il corpo viene deposto poi in una tomba sulla via Tiburtina. Su di essa, Costantino costruirà una basilica, poi ingrandita via via da Pelagio II e da Onorio III; e restaurata nel XX secolo, dopo i danni del bombardamento americano su Roma del 19 luglio 1943.

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