Santo del giorno 23 febbraio: Beato Vincenzo Frelichowski

News del 23/02/2024 Torna all'elenco delle news

Beato Vincenzo Frelichowski sacerdote e martire nel campo di concentramento di Dachau dove assisteva i malati, amorevole presenza di Dio in mezzo alla malvagità degli uomini.

GUARDA IL VIDEO COMMENTO di fra Italo Santagostino su Padre Pio TV

 

Vincenzo Frelichowski nasce il 22 gennaio del 1913 a Chelmza nel nord della Polonia. Da ragazzo serviva la messa come chierichetto, fu uno scout e partecipava alle attività del “Sodalizio Mariano”. A 18 anni entrò nel seminario maggiore della diocesi di Chelmno e, ordinato sacerdote il 4 marzo del 1937, divenne subito il segretario del vescovo. Il primo luglio del 1938 venne inviato come Vicario nella parrocchia dell’Ascensione a Toru dove ogni giorno testimoniava con la vita il suo donarsi a Dio e agli uomini che serviva con grande umiltà. Grazie alla sua bontà, mitezza e pazienza convertì molti a Cristo anche durante le tragiche circostanze della Seconda Guerra Mondiale. Il primo settembre del 1939 la Polonia venne invasa dai tedeschi e padre Vincenzo, insieme ad altri sacerdoti, venne arrestato dieci giorni dopo e chiuso nel carcere della città.

Rilasciato, venne arrestato nuovamente poco dopo e da quel momento incominciarono per lui una serie di spostamenti da un carcere ad un altro nei quali veniva sottoposto a lavori manuali. Durante questi spostamenti non si scoraggiava e non perdeva occasione per farsi conoscere, agli altri detenuti, per il suo spirito carico d’amore verso gli uomini e verso Dio. Clandestinamente riusciva a recuperare qualche ostia e del vino e riunire le persone. Celebrò la Santa Messa del giovedì santo del 1940. L’ultimo campo in cui venne trasferito insieme ad altri compagni fu Dachau. Qui si rifiutò di rinnegare la nazionalità polacca subendo una crudele rappresaglia. Ricoverato negli ospedali, assistette gli ammalati e i moribondi. Nel 1944, nel campo scoppiò un’epidemia di tifo petecchiale. Don Vincenzo non si preoccupò di un possibile contagio e aiutò gli ammalati lasciati in condizioni disumane. Contagiato si ammalò anche di polmonite.

Morì il 23 febbraio del 1945 a soli 32 anni a pochi giorni dalla liberazione. Non si sa che fine fece il suo corpo: o venne bruciato nel forno crematorio o sepolto in una fossa comune. Il 7 giugno del 1999, durante il suo settimo viaggio apostolico in Polonia a Toru, papa Giovanni Paolo II lo beatificò.