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La Cattedrale


Immagini


vista frontale della cappella

La consacrazione episcopale di Santo Stefano da Nicea, di Carlo Maria Minaldi, 1823

frammento della colonna del miracolo

lunetta in bronzo

Simbolo di San Giovanni

Simbolo di San Luca

Simbolo di San Matteo

Simbolo di San Marco

Stemma di Papa Giovanni Paolo II

Stemma di Mons. Aurelio Sorrentino

Cappella di San Paolo

Collocata sul  lato destro del Presbiterio, essa rappresenta una testimonianza artistica del legame tra San Paolo e la Chiesa madre della Diocesi.

La venerazione verso colui che è stato sempre considerato il fondatore della Chiesa reggina ed il padre della fede dei cristiani della Calabria, proclamato da Giovanni Paolo II patrono principale dell’ arcidiocesi, il 6 marzo 1980, è testimoniata dalla ininterrotta esistenza di una chiesa in città e di una cappella nella cattedrale.

Il ricordo di questo provvidenziale rapporto spiega le premure dei vescovi della diocesi per abbellire la cappella dedicata a S. Paolo nel Duomo, nonostante le ricorrenti calamità che nei secoli si sono abbattute sulla città.

Nella cattedrale ricostruita nel 1928 la memoria paolina era affidata alla tela del pittore messinese Carlo M. Minaldi del 1820, commissionata dall’arcivescovo Alessandro Tommasini, all’edicola marmorea che mette in evidenza i resti della colonna del miracolo, realizzata nel 1961 per volere dell’arcivescovo Giovanni Ferro, a ricordo del 19° centenario dell’ approdo dell’apostolo sulle spiagge della città, e ai cartigli dei tre Angeli delle vetrate, sulla parete destra  della Cappella.
Dopo la realizzazione di tutta una serie di opere, che hanno fatto della Basilica Cattedrale il monumento artistico urbano più importante, è sembrato indifferibile dare anche alla cappella di S. Paolo un assetto più confacente alla tradizione storica ed alla pietà del popolo.
Promotore l’arcivescovo Aurelio Sorrentino (1989), e con l’approvazione degli organismi statali e diocesani preposti alla tutela del patrimonio artistico, la cappella è stata rinnovata, su progetto redatto dall’architetto Renato G. Laganà ed eseguito in collaborazione con l'artista Giuseppe De Gregorio.  A conclusione dei lavori, curati dall’amministrazione della Basilica Cattedrale, e coordinati da mons. Basilio Abenavoli, la Cappella è stata inaugurata il 12 settembre 1989, festa della Madonna della Consolazione, da S.E. il Card. Achille Silvestrini, Prefetto della Suprema Signatura Apostolica. 

LA CAPPELLA PAOLINA di Renato Laganà 
 

parete frontale

Fasce marmoree in cui sono stati inseriti, come in un mosaico, i «pezzi» paolini di cui disponeva il patrimonio artistico del Duomo, definiscono le linee architettoniche dell’insieme: in alto, con una forma ad arco; sui lati, con elementi quadrati e la traccia di una croce; in basso, con fondale omogeneo.
Gli elementi marmorei usati sono nelle tonalità cromatiche più vicine ai colori delle decorazioni pittoriche della cappella: prevalgono il bianco (bianco statuario o cristallino), il rosso (rosso Costantinopoli o rosso Lepanto), il giallo (giallo Siena) e l’avorio (bianco Trani).

Sovrasta il tutto una lunetta, in bronzo dorato, dell’artista Pietro Pirajno di Messina, raffigurante l’arrivo e la predicazione di San Paolo a Reggio, che era inizialmente collocata sul portone centrale ligneo della Cattedrale.
Al centro, campeggia l’ottocentesca tela ad olio raffigurante La consacrazione episcopale di Santo Stefano da Nicea (1823), di Carlo Maria Minaldi  messinese, eseguita su  commissione di  Mons. Alessandro Tommasini.
Grandiosa la composizione che presenta, in primo piano, l’imposizione delle mani da parte di Paolo al primo vescovo reggino S. Stefano da Nicea, e, sullo sfondo, una scena di martirio, probabilmente delle tre Sante Agnese, Felicita  e  Perpetua,  della  cui  origine “scillacense”  (Paese d’Africa? Scilla?  Squillace?… la  questione  è  aperta)  si  parla  negli  “Atti  dei Martiri”. 
“Associate al martirio dei Santi Stefano e Suera, figurano anche tre Sante Vergini: Agnese, Felicita e Perpetua, ricordate sia nel Sinassario che negli Inni di San Giuseppe Innografo e di Teodato. Queste vengono considerate di origine reggina e vengono espressamente menzionate come discepole di Santo Stefano”. (Russo – Storia dell’Arcidiocesi di Reggio Calabria, vol. I, pagg. 73-74 ss.)   (Vedi anche: De Lorenzo – Monografie di Storia reggina – 2° vol. 1888).

Le fasce marmoree che incorniciano il quadro sono decorate verticalmente da sei formelle tonde, di bronzo dorato, delle quali quattro, opera del maestro Piraino, raffigurano i simboli degli evangelisti, a sottolineare i contenuti del messaggio portato dall’apostolo delle genti; le altre due, plasmate dall'artista reggino Giuseppe De Gregorio, riproducono gli stemmi di Papa Giovanni Paolo II e dell’arcivescovo Aurelio Sorrentino, come richiamo alla continuità apostolica ed all’ attualità del magistero evangelico.

[Hanno prestato la loro opera per il restauro del quadro, (in cui la vivacità dei colori, rinfrescati da un diligente ed intelligente intervento ha messo in evidenza particolari finora nascosti),  e per la doratura dei bronzi,  la prof.ssa Giovanna Fiumara e le signorine Gloria Oliveti e Angela Cianci.]

In basso, il frammento della colonna, fiancheggiato da due angeli marmorei, che richiama alla tradizione del miracolo della colonna ardente, poggia sopra un paliotto decorato con tarsie marmore policrome.

parete destra

cartigli degli Angeli raffigurati nelle vetrate riportano versetti degli scritti di San Paolo:

  • MIHI VIVERE CHRISTUS EST ET MORI LUCRUM
    (Per  me  il  vivere  è  Cristo  e  il  morire  un  guadagno) (Fil 1,21) angelo a destra
  • INSTAURARE OMNIA IN CHRISTO
    (Fondare  tutto  in Cristo) (1 Cor 3,11) angelo a destra
  •  CHRISTUS OMNIA ET IN OMNIBUS   
    (Cristo  tutto  e  in  tutti) (1Cor 12,6) angelo a sinistra  

Sulla parete destra sono anche collocate due lapidi, di cui una riporta un’iscrizione in latino, inneggiante alla Colonna del prodigioso evento della conversione alla fede dei Reggini.


[AVE COLUMNA NOBILIS / ELECTRO ET AURO DITIOR  / ILLAQUE MOSIS  IGNEA / COLUMNA FORTUNATIOR / QUOD ORE PAULUS PRAEDICAT / TE FULGURANTE COMPROBAT / TE CONFLAGRANTE  RHEGIUM / CHRISTI FIDEM COMPLECTITUR / ERGO COLUMNA RHEGIA / HEBREOS UT  ISRAELITICA / IN TERRAE OPIMA TRANSTULIT / TU NOS IN ASTRA DUCITO]
(Salve. O nobile colonna, più  splendente  dell’ambra e dell’oro e  più provvida  di quella colonna ignea di Mosè. Ciò che Paolo proclama con  le sue parole, conferma con il tuo fulgore. Con le tue fiamme Reggio abbraccia la fede di Cristo. Perciò come quella israelita guidò gli Ebrei nella terra promessa, tu, colonna regia, conduci noi  in cielo.)

L'altra lapide è stata posta a ricordo dell’inaugurazione della Cappella medesima, da parte del Card. Achille Silvestrini, prefetto della Segnatura Apostolica, il 12 Settembre 1989.

[ IL 12 SETTEMBRE 1989 / SUA EM.ZA IL CARD. ACHILLE  SILVESTRINI / PREFETTO DELLA SEGNATURA APOSTOLICA / PRESENTI CLERO AUTORITÀ FEDELI /   SOLENNEMENTE  INAUGURAVA / QUESTA CAPPELLA VOTIVA / IN ONORE DI S. PAOLO APOSTOLO E DI S. STEFANO DA NICEA / TENACEMENTE VOLUTA / DA S. E. MONS. AURELIO SORRENTINO   / ARCIVESCOVO DI REGGIO CALABRIA – BOVA / REALIZZATA A CURA / DELL’AMMINISTRAZIONE DELLA CATTEDRALE / SU PROGETTO  DELL’ ARCH. LAGANÀ]